“The Dangerous” TZ750………

Anni “70, il Flat in Italia era solo lo sfondo di qualche film e ritenuto un sport di allenamento per Piloti da velocità su pista. Come molte discipline Americane, nulla è come sembra e questa TZ750 è la prova esplosiva di cosa fosse il Flat negli USA anni “70.

I Piloti che correvano in quegli anni rispondono a nomi come; Steve Baker e Kenny Roberts, e proprio Kenny in sella ad una TZ750 passa ad oltre 230 km orari davanti alle tribune dell’ovale sul breve rettilineo. La federazione AMA capisce che occorre limitare l’ uso delle TZ750 dalle corse perché troppo pericolose ed esplosive nella sua erogazione. Come ogni macchina infernale la TZ750 diventa il desiderio di tutti i Piloti del traverso, i sei telai originali prodotti da  Doug Schwerma diventano gemme da collezione abbinate ai motori due tempi della casa di Iwata.

Questa limitazione non scoraggia Brad Peterson che ha realizzato questa magnifico TZ750 utilizzando componenti dal nobile DNA a partire dal telaio CR, una replica realizzata da Jeff Palhegvi di San Diego che ospita un motore TZ750 2T preparato dal “Scott Guthrie Racing” nome conosciuto nel mondo delle corse per gli oltre 350 record di velocità su terra, forse il nome più temuto sul Bonneville ma ….. questa è un’ altra storia. Il motore serie “D” ha 120 cavalli che a 11.000 giri al minuto rendono questa moto “Molto Pericolosa” e non proprio adatta a tutti i Piloti in circolazione.

Con avantreno e impianto frenate provenienza YZF-R6 e ruote da 19”, questa TZ vede componenti di carrozzeria realizzati da  First Klass Glass verniciati da Brad in classica livrea Yamaha con colorazione “Canada Race” e il numero “32 chiaro tributo a Steve Baker.

Come ??………. qualcuno ha notato targa e fanali ?? si è omologata per uso stradale ma è una favola come quella che tutti la possono usare……….

Bear”34

Foto di; John Meloy e Pierre Robichaud

Da; http://www.bikeexif.com/

 

Da Radio-Bivacco “5

………..PALLE DI KRYPTONITE.

Per raggiungere questo bivacco ho seguito una traccia diversa dal solito. È stata solcata da due ruote, ma non sono una dietro l’altra…. sono parallele, il pilota che ha percorso questa pista è un tipo speciale. Molto speciale… Voglio raccontarvi una storia vera che sembra perfetta per un fumetto o una serie tv. Lui è  uno tosto, si chiama Nicola Dutto ed è stato, tra l’altro, Campione Spagnolo Rally TT  2004 – 2006 e Campione Europeo e Italiano Baja  2008 – 2009.

Una manetta di tutto rispetto che all’apice della carriera il 20 marzo 2010, a Pordenone, durante la prova speciale del campionato europeo Baja, arrivato all’altezza del fiume Tagliamento non vede un ostacolo e, a 150 km/h, cade dalla moto. Nicola Dutto si trova ad affrontare la prova più difficile:  a causa del trauma, il midollo spinale si è lacerato  facendogli perdere l’uso delle gambe in modo permanente.  Una storia triste e dolorosa che lo accomunerebbe a tanti che sono stati vittime di brutti incidenti in moto e che hanno iniziato una nuova vita da disabili. E’ a questo punto che la nostra storia prende una piega inaspettata…che neanche uno sceneggiatore della Marvel…. Mi piace pensare a Nicola Dutto come ad un personaggio dei fumetti che a seguito di un incidente si ritrova con i super poteri.

Già… perché Signori quest’uomo non è un disabile ma un super abile ! Uno che con l’uso delle gambe andava forte, ma ora va forte lo stesso.  Avete capito bene. Lui va in moto da paraplegico. Lui si è fatto costruire una struttura che lo tiene saldo in sella e va come se avesse i super poteri! Lui forse i super poteri li ha ricevuti davvero…..

Sentite qua  cosa ha combinato da paraplegico gareggiando con “normodotati”: 2012: Baja Aragon (Spagna) 24° assoluto 2013: Baja 1000 (Messico) 3° classificato 2015: Mondiale Baja, 4° assoluto (1° italiano) Visto che con i super poteri ci ha preso la mano, il nostro super eroe dal 2016 si concentra sul sogno di ogni rallysta: la Dakar. Essendo uno che oltre ai super poteri ha le palle di kryptonite, Nicola sogna in grande e decide di scrivere la storia di questo sport.

Permettetemi di spiegare brevemente; se tu vuoi correre la Dakar, il regolamento ti impone di superare una serie di prove per dimostrare di essere all’altezza, cioè devi correre la Dakar Series che consiste in una serie di gare che devi necessariamente concludere per poter chiedere l’iscrizione alla Dakar sudamericana.

Oltre a tanto altro, Nicola Dutto nel 2017 in sella alla sua KTM modificata, completa il Merzouga  Rally ed il Rally del Marocco, (che sono delle manifestazioni dove molti “normodotati” non arrivano in fondo)  quindi può inviare la richiesta di partecipazione alla Dakar. Richiesta accettata: a 48 anni, Nicola Dutto diventa il primo pilota paraplegico a prendere parte all’evento rally raid più difficile del mondo, nella categoria moto Nonostante le mille difficoltà, che non sono solo fisiche ma anche e soprattutto burocratiche, economiche e organizzative, Nicola ha vinto. Ha vinto a prescindere , nonostante tutto e tutti. Pensate che corre con licenza spagnola, visto che la Federazione Motociclistica Italiana non gliel’ha concessa per via della sedia a rotelle. Pensate che alla Dakar per un errore di interpretazione del regolamento da parte degli organizzatori è stato escluso dalla corsa (evito di approfondire perché parlerei da tifoso di Nicola e potrei esagerare. Mi limito a dire che c’è gente che non è degna di pulirgli gli stivali e organizza la Dakar, vergognosamente… vi invito ad approfondire da voi).

Questa non è una storia, ma La Storia. La storia della moto e dello sport in genere. Nicola sta dando a tutti noi un insegnamento per il quale dobbiamo essere grati.  Perché non è mai finita finchè c’è  benzina nel serbatoio e questo Pilota ha un serbatoio da super abile, pieno di cuore e passione. Ha dimostrato a noi tutti che non ci sono scuse: devi solo combattere. Anche con degli organizzatori, che hanno perso la grande opportunità di vedere arrivare al traguardo un Super Eroe. Non gli ricapiterà mai più….

Buona strada,  dovunque stiate andando.

Rad Sherpa

Foto da “Radio-Bivacco”5