Da Radio-Bivacco “4

SHUKRAN….GRAZIE.
Stavolta è stata dura…..sono esausto. Ho la sabbia anche tra i denti
Questo fuoco e il pane cotto nella brace sulla sabbia sono un dono prezioso del mio amico Habib.
Gesti antichi, riti millenari e semplici che questa gente mi ha trasmesso con la semplicità di uno sguardo.
32°55’29”N 9°08’07”E : Questo bivacco è uno di quelli che non si dimenticano, queste dune le ricorderò sempre. La fatica, il sudore e i colori di questa giornata fanno già parte della mia storia.
Così come le persone che sono qui intorno a questo fuoco, amici veri che il deserto rende speciali. Questo viaggio è stato un pezzo di vita vera, intensa, inebriante…come l’Africa. Sapori, colori, persone indimenticabili.
Abbiamo attraversato il paese prima di giungere a Douz, la porta del deserto, col buio. Questo ha reso ancora più magica e misteriosa questa città che ha il dono di spalancarti la porta (del paradiso o dell’inferno lo saprai solo dopo) sul Sahara. Per noi lo ha fatto al mattino presto, quando abbiamo realizzato di essere a ridosso del mare di sabbia nel bel mezzo di
un palmeto sconfinato.
Il Sahara Tunisino ci ha accolto, come la sua gente, senza filtri… sbattendoci in faccia una realtà che sembra di un altro mondo. Il deserto è un acceleratore sensoriale: tutto è più intenso, dopo tre giorni di deserto ti sembra di conoscere da sempre anche uno sconosciuto. Anche la moto sembra rispondermi al solo pensiero, ne ho la piena padronanza e mi sento proprio bene.
Qui anche la guida è un’esperienza di crescita assoluta. Una sensazione di felicità mi pervade…rido da solo nel casco. Anche quando il deserto ci ricorda quanto siamo piccoli, insegnandoci a cadere, insabbiarci, a faticare con gli altri, lo spirito è sempre lo stesso: non vorrei essere altrove.
La gente del deserto mi ha insegnato l’umiltà e la perseveranza, qui non si molla mai. Anche quando le cose non filano proprio lisce e ti ritrovi in piena notte a smontare mezza moto sopra un telo nella sabbia.
Ci sarà sempre qualcuno pronto ad aiutarti e tu sarai sempre disponibile per chi avrà bisogno, la legge del deserto parla chiaro e non ha bisogno di interpreti. All’alba si riparte. Non vedo l’ora…sono distrutto ma non vedo l’ora. Mi godo questo cielo incantato e un tè alla menta prima di rifugiarmi nella mia tenda. Ascolto il silenzio, quello vero, aspettando che il sole benedica un’altra giornata di sabbia e sudore. La prima parola che ho imparato dagli uomini del deserto è “Shukran” significa grazie. L’ho
pronunciata tante volte in quest giorni, così tante che la dico spontaneamente anche ai miei compagni di avventura. Gliela dedico per aver condiviso questo pezzo di vita a manetta spalancata, per aver spinto, faticato, riso, urlato e gioito assieme.
Persone grandi come il deserto, manette feroci dall’animo generoso….
SHUKRAN Amici. Grazie.
Buona strada, dovunque state andando.
Rad Sherpa
Foto da; Rad Sherpa

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