DB4 Zagato, la più bella………..

1961 Aston Martin DB4 GT Zagato Coupe

E’ nella cittadina di Gaydon UK che nascono le Aston Martin e questa è “la più bella”. Non voglio certo stilare una classifica in quanto le Aston Martin sono tutte splendide ma………… questo era l’obbiettivo che la dirigenza inglese si era prefissato nel lontano 1960. Per raggiungerlo unirono le forze con il carrozziere Italiano Ugo Zagato che affidò il progetto al’ Ing. Ercole Spada, in quegli anni nello staff della carrozzeria Milanese. La DB4 GT Zagato prevedeva la base delle DB4 GT, gran turismo con motore da 3,7 litri e monoblocco in alluminio che erogava oltre 300 cavalli in grado di spingere tramite la trasmissione a quattro rapporti la splendida “Inglesina” a 250 chilometri orari.  La produzione limitata prevedeva 29 esemplari ma dal 1960 al 63 ne vennero prodotte solamente 19, riducendo di dieci unità una già modesta produzione.

Alla produzione DB4 Zagato originale seguirono due serie realizzate qualche anno dopo, sempre in tandem “Aston Martin_Zagato” siglate Sanction II nel 1991, Sanction III nel 2000. Ma come spesso accade, le vere regine rimangono le 19 iniziali presentate a Londra nel 1960 e che spesso superano il milione di sterline durante le aste per auto da collezione e di lusso. Ma cosa rese così affascinante questa Aston Martin ???.… Sicuramente il lavoro dell’ Ing. Spada che osò stravolgere la DB4 riducendone i volumi rendendola più aereodinamica e leggera, complice anche l’ utilizzo del nobile alluminio utilizzato al posto del’acciaio di alcuni componenti. Il fattore “peso” per le auto da corsa è una la priorità e l’eliminazione dei paraurti e particolari in vetro, sostituito con “l’allora tecnologico” plexiglas hanno reso possibile una “dieta” pari a 45 Kg sul peso complessivo.

Alcuni telai individuati con “number 0191, 0193, 0182 e 0183”, vennero prodotti con modifiche evidenti nello chassis visto la destinazione alle gare. Dalla linea più bassa ai parafanghi più larghi questa versione race rendeva le DB ancora più esotica. E proprio il giorno di Pasqua del 1961 sul circuito di Goodwood  l’ ndimenticato Sir. Stirling Moss esordì con la DB4 GT Zagato giungendo terzo. “dietro ad una DB4 GT e una Ferrari 250-GT “vincitrice”. Per tutti gli anni “60 la DB4 GT Zagato partecipò alle corse per gran turismo, compreso la partecipazione alla mitica 24 ore di Le Mans del 1962.

Il modello in foto è stato prodotto nel 1961, ed è uno dei pochi esemplari che non ha mai subito un restauro. Un raro esemplare di Aston Martin DB4 Zagato che sfoggia uno splendido rosso “Peony” disteso sulle linee di alluminio nello stabilimento di Gaydon UK………………..

…………… E’ li che nascono le meraviglie di nome Aston Martin.

Bear”34

Foto da; Google.com

 

6:15………..

6:15…suona la sveglia, propio quella sveglia che per colpa sua ti ha fatto passare la notte in bianco, tra agitazione, paura e un insieme di emozioni difficili da descrivere.
Fai “colazione”, costituita da una (forse metà) fetta biscotta, dato che quella agitazione che ti ha tenuto compagnia tutta notte non accenna a lasciarti…
Ti infili nella tuta…quella tuta stretta che ora sembra stringere ancora di più lasciandoti senza fiato e facendo aumentare i battiti del tuo cuore.
Finisci di preparare l’occorrente per quella che è per te è una sfida che va ben oltre le tue possibilità.
Ti metti in sella, con quel clima rigido delle 6 di mattina che solo un posto unico come le Dolomiti riescono a regalarti. La prima pedalata è quella che ti fa realizzare che ormai non puoi più tirarti indietro…. il vento gelido ti penetra negli occhi che iniziano subito a lacrimarti, le gambe ancora addormentate iniziano a far scorrere il sangue al loro interno. Attraversando il paese ti senti come se fossi l’unico sopravvissuto dopo un apocalisse…..nessuno per strada, nessun rumore, nessun odore…è tutto fermo, come se fosse stato congelato. Tutto tranne te, che inizi con i primi ansimi che ti fanno spezzare il fiato mattutino.
Lasciando il paese desolato alle spalle, ti imbatti in un cartello, quel cartello che non ti aveva mai fatto tanta paura leggere come in quell’istante.
Annuncia….“Passo Sella”, bene ora sai che inizia la salita.
Parti subito mettendo un rapporto più “morbido” adeguato alla salita, ma ti accorgi che la variazione di pendenza è talmente repentina che un solo rapporto non ti basta…ok, metti il secondo e sembra già andare meglio.
Con la coda dell’occhio guardi nel pacco pignoni posteriore e noti che hai soltanto altri tre rapporti, il che vuol dire che non ci sono spazi per gli errori ma soprattutto non c’è spazio per cedere mentalmente, a qualsiasi costo.
Arrivi al primo tornante, che ti fa capire subito in quali condizioni arriverai (forse) a destinazione.
Da ora parte quella che sarà 1 ora e 15 minuti di pura fatica, con momenti di quasi cedimento fisico, soprattutto per le tue gambe che chiedono solamente di potersi fermare e riposare.
Provi a pensare ad altro mentre pedali, in modo da non sentire la stanchezza, ma…. è una cosa quasi impossibile dato che intorno a te c’è solo silenzio.
Gli unici rumori che senti sono i tuoi respiri e nient’altro, questo rende la cosa ancora più unica, perché ti senti a stretto contatto con l’immensità che è la montagna. Dentro di te senti che devi portarle rispetto, perché se lei vuole, può benissimo non farti arrivare in cima alla tua scalata.
Dopo km di fatica ti imbatti negli ultimi tornanti, li affronti con un misto di emozione, adrenalina, sfinimento e una felicità che a parole non si può descrivere…
3…2…1…sei arrivato in cima e non sai se ridere, metterti a piangere o semplicemente fermarti e ammirare lo spettacolo che hai di fronte agli occhi.
Credo non basti qualche parola scritta nel modo giusto per descrivere l’uragano di emozioni che ti regala una scalata del genere, ma ci provo.
Per quelli che invece l’hanno fatto…beh…sapete già tutto.
Ranger “98………….
 .
 .
 .
 .
Foto di; Roberto Longo