“R.I.P.” Bourbon…….

Bardstown contea del Kentucky dove dal 1880 “Tom-Moore” la distilleria di Barton produce Bourbon ed altri distillati, in un parco dove regna il silenzio, la pace e riposano in vecchi “granai” migliaia di botti in rovere con il prezioso “nettare” ad alta gradazione. Tutto questo fino ad un maledetto giorni di Giugno 2018 quando la struttura ligna di uno di questi granai è collassata frantumando e danneggiando centinaia di botti disperdendo il prezioso distillato. Non si sa ancora cosa possa aver generato questo cedimento strutturale ma delle 18.000 botti accatastate nella struttura, 9.000 sono precipitate creando un impressionante groviglio di legno.

Il pronto intervento di operai e vigili del fuoco della contea, oltre a scongiurare la presenza di persone al momento del crollo, ha messo in sicurezza l’area ricca di falde acquifere. Per ora chiusa alle visite la distilleria, ha avviato i lavori di ripristino e controllo degli altri granai che rendono il parco una vera “miniera” di Bourbon. La cultura del Bourbon nella cittadina di Bardstown risale a prima del proibizionismo, e da questa distilleria venne il supporto all’ esercito Americano impegnato nel conflitto mondiale al quale forniva “alcool neutro”, sicuramente non paragonabile alle raffinatezze di oggi ma…… Buon riscaldamento per anima e cormo.

Custodite al’ interno del Museo del Whisky di Bardstown (www.oscargetzwhiskeymuseum.com), rare bottiglie raccontano la storia di questi Uomini che con la passione per il Bourbon hanno scritto una delle Pagine più interessanti del Kentuky. Magari se passate da quelle parti potete verificare di persona.

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Foto da; http://www.1792distillery.com/ & Google.com

 

Due chiacchiere in Rock……

Tutto è cominciato quando l’Amico Biagio , un bel giorno, mi scrisse che avrebbe avuto piacere di pubblicare un mio pensiero sul suo blog, ovviamente a carattere musicale, perché io, ahimé, non sono un grande meccanico, ma sicuramente dal punto di vista delle sette note posso dire la mia.

Tra le tante cose che condividiamo una in particolare ci accomuna: l’amore per il Blues, e così ne approfitto per coronare uno dei miei sogni, cioè tributare a dovere un’icona della Musica di ogni tempo e ogni dove, Mr. JOHN WELDON “JJ” CALE, a mio avviso il più Grande Bluesman di tutti i tempi (anche se qualcuno non condividerà, pazienza…).

Ovviamente non mi dilungherò in una lunga ed inutile biografia, anche perché su JJ ormai è stato scritto di tutto e di più, approfitto però di questo spazio per esprimere qualcosa di personale.

Ho sempre ammirato tantissimo la sobrietà dell’uomo e del musicista, essenziale, mai sopra le righe, quasi sconosciuto, se pensiamo che la maggior parte dei fruitori di musica NON SA che 3 dei brani che hanno fatto la Storia della Musica e che sono stati portati al successo commerciale da altri artisti (Cocaine, After Midnight, Call me the breeze) portano la firma del Bluesman di Oklahoma City.

Ed è proprio una circostanza relativa a due di questi brani che io e Biagio non manchiamo mai di ricordare nelle nostre disquisizioni musicali nelle serate al bar sorseggiando una birra: l’evento è “Crossroads 2004” una kermesse musicale organizzata ogni 3 anni da Eric Clapton (allievo di JJ a cui deve una riconoscenza infinita…) che vede il susseguirsi di una miriade di artisti della 6 corde a favore del centro di riabilitazione dalle droghe di Antigua fondato dallo stesso Clapton, in passato vittima anch’esso di dipendenze varie (alcool, eroina…). Ad un certo punto salgono sul palco JJ, la moglie che lo accompagna con l’acustica, Eric e gli altri elementi del gruppo di Cale, il primo brano è After Midnight, JJ si avvicina timidamente al microfono, si gira verso Eric, gli fa segno con la testa di cantare…Eric rifiuta sorridendo, la moglie ride divertita, JJ parte ed il primo assolo è il suo, senza plettro, tre note in croce grondanti groove… a volte pare pure stentato, sicuramente non il massimo della tecnica, ma chissenefrega, quando il tocco è ASSOLUTAMENTE INCONFONDIBILE… poi, una battuta prima della fine del suo solo, si rivolge ad Eric e lo invita a continuare con un cenno del capo facendosi da parte, dimostrando una grande umiltà, quasi come a presentare la vera star dell’evento che concluderà a modo suo e col suo inconfondibile sound ciò che il Maestro aveva iniziato.

Tutte le volte che ci penso, che lo vedo, mi vengono i brividi ed un po’ mi commuovo pure, perché il Maestro ci ha lasciato qualche anno fa in una calda estate californiana, e tutti noi, amanti della vera MUSICA, da allora siamo molto più poveri.

Beps 1966

Buon Ascolto; Video da YouTube